Il tema di questo articolo, come potete immaginare dal sito dove siete capitati e dagli altri articoli, è la sostenibilità…..
Argomento di cui parlo spesso, anzi, parlo solo di questo; forse qualche persona potrebbe anche pensare che la SOSTENIBILITA’ HA ROTTO IL CAZZO….. perché sicuramente è così, magari non per te che stai leggendo, ma là fuori sicuramente è probabile, molto probabile che la pensino così e ti voglio dire che anche io a volte mi ritrovo, a volte, a dire questa cosa; anche a me a volte la sostenibilità ha rotto il cazzo (certo, questo è un piccolo problema perché è il mio lavoro, la mia fonte di reddito primaria….)
Poi però mi dico che in effetti non sé solo un lavoro, è un modo diverso di vedere il nostro essere cittadini del mondo, ospiti del pianeta e imprenditori
La sostenibilità è una forma di filosofia di vita: non è solo un concetto economico o ambientale, ma un modo di pensare e agire, ogni nostra decisione dovrebbe considerare il suo impatto a lungo termine sul pianeta e sulle future generazioni
Sta all’umanità decidere quale strada prendere: continuare il degrado o avviare un percorso di rigenerazione e sostenibilità

Non è solo un ideale, ma una strada concreta per migliorare le nostre vite, le aziende che gestiamo o in cui operiamo ed il pianeta.
Purtroppo però in questo periodo di sostenibilità se ne parla ovunque, nelle aziende, sui social, nelle pubblicità: tutti (quasi tutti, diciamo tanti) vogliono essere sostenibili, ma a volte sembra che sia più una moda che una reale intenzione di cambiare.
Adesso è diventato tutto sostenibile dalla biro al condominio, tutto contiene questo ingrediente che sembra quasi da usare a QB, da mettere dappertutto;
La realtà non è così, la sostenibilità non è un interruttore acceso o spento; non funziona che se faccio due cose meglio di prima sono diventato sostenibile, non funziona che se installo i pannelli fotovoltaici (mi scuseranno gli installatori) sono diventato sostenibile, per quanto sia importante;
La sostenibilità è un processo di riduzione o miglioramento dell’impatto ambientale, sociale di gestione aziendale e di governance ed il miglioramento deve essere presente in tutte le aree contemporaneamente.

Inoltre c’è un altro grande problema: siamo tutti ecologisti, spesso solo a parole ma nessuno è sostenibile
Viviamo infatti in un’epoca in cui l’ecologia è sulla bocca di tutti, sui social, nei media, nelle campagne pubblicitarie, l’attenzione verso l’ambiente e la lotta al cambiamento climatico sono diventati argomenti di discussione quotidiana.
Però nonostante questa apparente sensibilizzazione, il mondo continua a consumare risorse a un ritmo insostenibile perché essere ecologisti non significa essere sostenibili.
Essere ecologisti significa sostenere la causa ambientale, in vari modi e forme, però la sostenibilità richiede azioni concrete, costanti e strutturali, anche in altri ambiti oltre a quello ambientale.
Tante, tante persone si dichiarano ecologisti, ma pochi modificano realmente le proprie abitudini.
L’ecologia e la tutela dell’ambiente è solo una delle parti della sostenibilità, non il suo insieme ed essere sostenibili significa impegnarsi per migliorare il proprio impatto, magari con anni di piccole azioni.
C’è un’altra cosa importante da dire: la sostenibilità vive di un grande PARADOSSO
Viviamo in un’epoca di grandi contraddizioni, da una parte, siamo consapevoli che il nostro modello di sviluppo è insostenibile: l’inquinamento, il surriscaldamento globale e la degradazione ambientale sono problemi reali e urgenti e dall’altra, sappiamo che fermare la produzione industriale, i trasporti, i consumi e tutto ciò che caratterizza la nostra economia moderna non è una soluzione praticabile.
L’economia è stata a lungo vista come il motore del progresso, ma anche come una forza distruttiva per il pianeta.
È vero anche che, se ripensata e riconfigurata, l’economia può diventare il principale alleato nella lotta per un futuro sostenibile, la chiave è la trasformazione dei modelli di produzione e consumo, promuovendo un’economia circolare che valorizzi il riuso, il riciclo e la riduzione degli sprechi.
Non si tratta di fermare il progresso, ma di ridirigerlo verso obiettivi più equilibrati e armoniosi con l’ambiente.
Le aziende hanno un ruolo cruciale in questo processo, come produttori e come innovatori e leader del cambiamento.
L’adozione di pratiche sostenibili non deve essere vista come un costo, ma come un investimento nel futuro e le imprese che riescono a integrare la sostenibilità nella loro strategia contribuiscono alla guarigione del pianeta ed acquisiscono anche un vantaggio competitivo in un mercato sempre più orientato verso la responsabilità ambientale e sociale.
Sta a noi decidere quale ruolo vogliamo avere: le sfide che affrontiamo sono enormi, ma anche le opportunità lo sono e se riusciamo a trasformare il nostro approccio all’economia ed alla produzione, possiamo prevenire ulteriori danni ed iniziare un processo di rigenerazione e guarigione per il nostro pianeta.
La sostenibilità, in questo senso, non è solo una necessità, ma un’aspirazione collettiva che ci spinge verso un futuro più giusto e vivibile per tutti.
Aggiungo che uno dei temi più rilevanti da affrontare per iniziare il percorso di sostenibilità è il cambiamento climatico perché, al netto di negazionisti (che comunque ci sono) e terrapiattisti sfido chiunque a dire che è normale
- vedere il termometro della macchina segnal 40° al 12 di giugno
- vedere le formiche giganti mangiare i cavi elettrici
- fare mese interi sotto la pioggia
e si potrebbero raccontare tante altre cose
le alterazioni a clima sono innegabili e mi spongo a dire che la maggior parte dei lettori sarà d’accordo con me….
Ma come mai se il cambiamento climatico è così impattante siamo così inermi e lenti nel reagire?
Le motivazioni sono tante:
- distorsione del tempo: le persone hanno la tendenza a preoccuparsi più dell’ora che del poi – nonostante più fonti allertino da decenni della problematica le persone non sanno agire
- tangibilità: le persone si accorgono dello smog e non lo tollerano; L’aria e l’acqua sono inquinate e sono molto visibili (anche dal punto di vista cromatico, anche dal sapore), i gas serra invece sono invisibili, se non vengono percepiti è possibile non preoccuparsene
- Assenza di un cattivo specifico: Il cambiamento climatico è privo di volto, è il risultato delle azioni che abbiamo compiuto nel tempo tutti noi, siccome la minaccia non è visibile è molto difficile mobilitare le folle contro un cattivo che non riusciamo a vedere
Le persone non si preoccupano del cambiamento climatico perchè
- non ricevono un feedback chiaro sulle conseguenze delle loro azioni – non sappiamo quali sono le nostre scelte di consumo che provocano inquinamento, idrico o atmosferico ed emissioni di CO2 – le persone non pensano alle conseguenze sociali ed ambientali delle proprie azioni
- i progressi nella lotta al cambiamento climatico dipendono dalla azioni di numerosi paesi ed abitanti – questo è un’altra convinzione delle persone – cosa cambia se io faccio qualcosa e gli altri no?
- un altro grave ostacolo a questa cosa è che i costi dell’inquinamento sono nascosti mentre il prezzo delle azioni è molto chiaro
In tutto questo contesto forse è normale domandarsi se la sostenibilità serve davvero? O è solo fumo negli occhi?
Chi non ha mai pensato che la sostenibilità fosse una trovata pubblicitaria?
Una di quelle cose che si inventano i markettari (con cui non ho nulla di particolare, ne conosco di bravi, etici e davvero preparati)
Un’altra critica comune è che la sostenibilità non serve a niente, che differenza fa? si chiedono in molti, non saranno certo le azioni di un’azienda o di una singola persona a salvare il pianeta (quest’ultimo poi è un mantra che sento molto spesso)
Il fatto che la sostenibilità non serva a niente è una percezione diffusa e profondamente limitata e scorretta, anche i piccoli passi possono fare la differenza quando sono moltiplicati per milioni di persone o aziende, la sostenibilità è come una grande rete: ogni filo contribuisce alla sua forza complessiva
Serve meno apparenza, più sostanza – non basta dirsi ecologisti, bisogna essere sostenibili, questo significa smettere di delegare il cambiamento ad altri e assumersi la responsabilità delle proprie azioni perché il mondo ha bisogno di persone e aziende che adottino pratiche sostenibili reali
Ci hanno venduto l’idea che essere sostenibili sia una questione di buone intenzioni ma abbiamo appena detto che non è così, sono necessarie azioni concrete
E perché allora non le facciamo?
Perchè la sostenibilità è semplice ma non facile
la sostenibilità è semplice perché il concetto di base è chiaro: dobbiamo ridurre l’impatto, consumare meno risorse, riciclare e proteggere l’ecosistema, prestare attenzione alle persone, favorire il loro benessere, ecc.
ma la sostenibilità non è facile perché mettere in pratica queste azioni richiede sacrificio, investimenti, cambiamenti nelle abitudini nelle scelte economiche e di acquisto
Capire cosa bisogna fare per un futuro sostenibile è semplice, ma agire concretamente per ottenerlo è tutt’altro che facile
Percorrere la strada della sostenibilità significa cambiare punto di vista, significa adottare la visione della giraffa, a me tanto cara, che con il suo collo lungo e le zampe altrettanto lunghe vede le cose da sopra, da un punto di vista diverso da tutti gli altri
Percorrere la strada della sostenibilità significa avere ben chiaro cosa voglio lasciare quando chiuderò per l’ultima volta la mia azienda, significa adottare una nuova cultura imprenditoriale.
percorrere la strada della sostenibilità significa, almeno per una volta, pensare al futuro, non solo al nostro, anche a quello di migliaia di altre persone
Ivan Foina
